“Piccolo è ancora bello?” è una domanda complessa che esplora la coesistenza di dimensioni microscopiche e macroscopiche in natura e la variabilità dei modelli di business. La risposta più appropriata è “dipende”, poiché le risorse sono limitate e devono essere gestite in base agli obiettivi.
In beneficenza, ad esempio, l’efficacia è spesso proporzionale al numero di persone coinvolte.
Nel contesto del Rotary, la dimensione del club non è un ostacolo alla realizzazione di progetti benefici. Un esempio è il Club di Tolmezzo e Alto Friuli, che in 46 anni ha dimostrato che anche un piccolo club può avere un grande impatto. Tra i progetti recenti si segnalano:
– Sostegno all’Associazione ALPI: Il club ha raccolto fondi per organizzare un campus terapeutico per bambini affetti da malattie respiratorie.
– Centro Antiviolenza di Tolmezzo: È stata donata una macchina fotografica per documentare le violenze subite dalle vittime, in collaborazione con vari enti locali.
– Associazione Musicale della Carnia: Il club sostiene questa associazione che promuove l’educazione musicale tra i giovani, con risultati eccellenti nel tempo.
– Restauro di opere per il Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani”: Iniziative che arricchiscono la collezione museale e migliorano l’accessibilità, come il progetto “VEDERE IL MUSEO” per ipovedenti.
Questi esempi evidenziano come la dimensione del club diventi irrilevante quando c’è un forte impegno collettivo e la collaborazione con altri club e strutture. Pertanto, possiamo affermare con certezza che, anche in piccoli club, l’essenza del Rotary resta viva e attiva nel promuovere significativi cambiamenti benefici.