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ed è quindi preciso compito dei rotariani mettere a disposi-
zione della società le competenze e la leadership, proprie e
delle loro reti di relazioni, per contribuire a diffondere cono-
scenza e consapevolezza sul tema.
Le Autorità invitate per i Saluti Istituzionali hanno colto lo
spirito costruttivo del convegno e non si sono limitate ai saluti
formali. Hanno dato un quadro sintetico, ma efficace dei piani e
delle azioni programmate e in atto. La prorettrice alla Sosteni-
bilità dell’Università di Padova Francesca Da Porto ha illustrato
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le azioni dell’Ente volte alla riduzione delle emissioni di CO e
di inquinanti. L’assessore all’Ambiente del Comune di Padova
Andrea Ragona ha fatto una carrellata delle attività contenute
nel recente “Contratto per il Clima”, che
impegna cittadini e Istituzioni a raggiun-
gere la neutralità climatica entro il 2030.
La preparazione L’assessore all’Ambiente della Regione
Veneto Gianpaolo Bottacin, ha ricorda-
è stata presa in
to le misure che la Regione ha adottato
carico da un nel “Piano Aria” evidenziando come esse
comitato di rotariani coinvolgano i comportamenti dei singoli
esperti nelle cittadini e quindi sia fondamentale l’azio-
ne di comunicazione per ottenere il loro
diverse discipline
coinvolgimento.
appartenentidi sette La seconda parte del convegno, guidata
Rotary Club di dal coordinatore Alex Chasen, è stata
Padova e provincia. dedicata agli approfondimenti tecnici da
parte di sei specialisti.
Il dott. Luca Zagolin, responsabile
dell’Osservatorio Qualità dell’Aria dell’ARPAV, ha sintetiz-
zato vent’anni di monitoraggi e studi sull’aria della Pianura
Padana, un luogo che, per la sua conformazione fisica e per
le intense attività umane che la contraddistinguono, rappre-
senta un’area molto vulnerabile all’inquinamento atmosferico.
L’inquinante più critico è il particolato atmosferico PM10 e
PM2.5, poiché è in grado di penetrare a fondo nell’apparato
respiratorio con il suo carico di elementi tossici. I PM sono
più alti nei mesi freddi e sono confrontabili tra i capoluoghi
della pianura. Malgrado i miglioramenti degli ultimi 20 anni
i valori rimangono superiori ai limiti di legge. Le cause sono
chiare: il comparto industriale incide per il 9% e il traffico
veicolare per il 24%. Il riscaldamento domestico, in particolare
la combustione di biomasse, è responsabile del 32% del par-
ticolato primario. L’agricoltura produce il 20% del particolato
secondario per effetto dell’ammoniaca rilasciata dalle attività
agrozootecniche che reagisce in aria con gli ossidi di azoto
prodotti dal traffico.
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