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Patria nostra. Se la consegna della Car-
ta può avvenire di norma dopo mesi di
attività regolare, nel caso del neonato
Club veronese avviene il 7 agosto 1929.
Come in tutta Italia, per continuare a
operare anche il Rotary club Verona è
costretto ad accettare il controllo del
regime fascista, che al Rotary rimpro-
vera la natura internazionale, e la fidu-
cia nei valori dell’amicizia, compren-
sione e pace tra i popoli. Negli anni ’30
il Rotary Verona sopravvive a fatica.
L’Annuario 1930-31 ci assicura che,
sgombrato il campo da qualche malin-
teso, “il Rotary ha potuto riprendere
con maggiore serenità le direttive del Regime, la sua opera
di benefica collaborazione al progresso del Paese, inserendosi
tra le forze costruttive che più direttamente contribuiscono
all’elevazione morale e materiale della Nazione”.
Ma al regime non basta: sempre più avverso ai paesi come la
Gran Bretagna e vicino invece alla Germania nazista, il Fasci-
smo considera il Rotary espressione di ideologie nemiche. Il
Rotary Club Verona prosegue le sue attività come gli è possi-
bile: assegna borse di studio ed elargisce contributi per la rea-
lizzazione degli spettacoli areniani, distribuisce offerte all’En-
te Opere Assistenziali, l’Associazione Calcio e altro. Partecipa
a convegni e Consigli Nazionali. Alla fine degli anni ’30, però,
la situazione precipita velocemente. Nei paesi democratici
d’Europa i sentimenti rotariani crescono, ma la Germania di
Hitler ha proibito agli iscritti al partito nazionalsocialista di
far parte del Rotary (estate 1937). Anche in Italia al Rotary
è offerta la possibilità di modificare le proprie regole secondo
le direttive fasciste, contrarie ai principi rotariani. L’offerta
è rifiutata. Sul modello tedesco, nell’autunno del 1938 sono
emanate le leggi razziali, che escludono gli ebrei da scuole e
università, banche ed enti pubblici e impongono alle asso-
ciazioni di espellere i soci di origine ebraica. Il 14 novembre
1938, rigettando leggi in netto contrasto con il suo Statuto,
il Rotary italiano decide di procedere all’auto scioglimento
dei club, con effetto dal 31 dicembre. Una decisione unanime.
All’ultima riunione del club milanese, poco prima del Nata-
le 1938, vorrà essere presente da Verona anche Alberto Da
Sacco e alcuni soci, per dare “prova di affezione al club primo-
genito”. A Verona la chiusura non avviene con atto ufficiale:
l’ultimo incontro è datato 22 dicembre 1938, in un’atmosfera
di tesa commozione. Nel 1946-47, a guerra finita il Rotary
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