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so “Fotografa le acque del FVG” e la riedizione del progetto
                                                “Martina Stella di Mare”, che ben si collega al service distret-
                                                tuale del Centenario, dedicato all’ambiente e all’invasione
                                                della plastica e che impegnerà le scuole cittadine.
                                                Sarà edito il nuovo libro del Centenario, grazie all’impegno di
                                                Sergio Cecovini, Cristina Benussi, Francesco Cardella e della
                                                Presidente del Club Gaia Furlan che, oltre al testo dei soci
                                                storici, riporterà altri vent’anni di presidenze e una panoramica
                                                delle storiche “guidine” dedicate a beni culturali di Trieste.
                                                Una nuova guida arricchirà la raccolta. Affidata all’architetto
                                                Erik Bernard sarà focalizzata sugli architetti che hanno lavo-
                                                     rato a Trieste e a Vienna con la collaborazione di Aulo
                                                       Guagnini, della storica dell’architettura Diana Barilla-
                                                         ri e di Donato Riccesi per l’ archivio fotografico.
                                                           Tre o quattro webinar online si terranno i lunedì
                                                            del mese di aprile su temi quali Scienza, Ambien-
                                                            te, Arte e Cucina.
                                                            Infine, il service del centenario: il restauro del
                                                              monumento a Giuseppe Verdi, in Piazza San
                                                                 Giovanni a Trieste. L’opera d’arte dello scul-
                                                                  tore Laforét, eretta in marmo di Carrara
                                                                   cinque anni dopo la morte di Giuseppe
                                                                     Verdi, il 27 gennaio 1906. Originaria-
                                                                      mente doveva essere messa davanti al
                                                                      Teatro Verdi. Ma fu spostata in Piaz-
                                                                      za San Giovanni dove, il 24 maggio
                                                                          1925, fu distrutto da un gruppo
                                                                              di austriaci che videro nella
                                                                                    scritta Verdi, un acro-
                                                                                    nimo e provocatorio
                                                                                    riferimento a Vittorio
                                                                                    Emanuele Re d’Ita-
                                                                                    lia e quindi al ritorno
                                                                                    di Trieste all’Italia.
                                                                                     In seguito l’opera fu
                                                                                     ricostruita dallo stesso
                                                                                     autore, inaugurata suc-
                                                                                     cessivamente e forgiata
                                                                                     in bronzo con i canno-
                                                                                     ni catturati ai nemici
                                                                                     austriaci.
                                                                                     Il service del restauro è
                                                                                     in linea con la sensi-
                                                                                     bilità del Rotary verso
                                                                                     una cultura diffusa al
                                                                                      servizio del territorio.
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