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C’erano almeno 150 persone in sala Soffiantini, un dato
evidenziato nei saluti istituzionali dall’assessore alla cultura
Valeria Targa che ha definito l’incontro “Eccezionale …, sia
per la complessità della tematica che per la straordinaria parteci-
pazione di pubblico”.
Anche Stefania Turazzi, presidente del Rotary club Altopo-
lesine, ha manifestato il compiacimento per l’affluenza “…
per niente scontata” e per “l’attenta partecipazione”, spiegando
i presupposti che hanno spinto il Club ad organizzare per la
prima volta a livello locale un simile confronto pubblico “…
per dare un contributo alla comprensione di quel dramma”.
Protagonisti del confronto sono stati lo scrittore ebreo Na-
than Levi (nato e cresciuto a Gerusalemme) e il Presidente
del Centro di cultura islamica di Ferrara Hassan Samid,
moderati dal giornalista Ugo Mariano Brasioli.
Sull’incipit “Sembra sia più facile fare la guerra che man-
tenere la pace”, si è sviluppato il dibattito, equilibrato e
pacato, che ha affrontato le ragioni storiche e attuali di quel
tragico conflitto.
Alle domande incalzanti del moderatore, Levi e Samid hanno
risposto parlando della legittimità dello Stato di Israele ma
anche dell’esigenza dei palestinesi di averne uno, cercando di
spiegare la complessità odierna del problema in relazione alle
occasioni di pace fallite nel passato. Alla domanda finale se
“La pace sia ancora possibile?”, entrambi hanno manifestato
pessimismo nel breve periodo, almeno finché non cambieran-
no le dirigenze politiche attuali fra i contendenti e sempreché
le tragedie del con-
flitto non alimentino
l’odio ed i pregiudizi
storici in un cortocir-
cuito pericolosissimo.
“Certamente se a Badia
non si risolvono i pro-
blemi internazionali,
è stato però dato un
contributo alla com-
prensione e al dialogo”,
ha rilevato il mode-
ratore, commentando
la stretta di mano
finale del sig. Omar
(imprenditore siro -
palestinese di Padova)
a Nathan Levi.
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