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piare in mille pezzi, se non fosse per lo spirito di tolleran-
za, la stessa tolleranza che ha segnato la vita di mio nonno
e da cui è scaturita la mia fede”.
Spesso i personalismi rischiano di minare l’armonia del
club, il desiderio di primeggiare, di imporre la propria
visione crea tensioni che possono portare a spaccature e
fazioni.
Quando accadono situazioni del
genere, oltre alla capacità di
mediazione bisogna fare
appello al Four Way
Test e ricordare se
tutto ciò che è detto
o fatto crea migliori
rapporti di amicizia,
se è giusto e vantaggio-
so per tutti, se risponde a
verità. Solo appellandoci alla quadri-
logia scritta nel lontano 1932 da
Herbert J.
Taylor possiamo ristabilire l’e-
quilibrio all’interno dei nostri
sodalizi. E facendo leva sulla
nostra equità.
L’equità per noi rotariani è stret-
tamente legata al terzo valore
fondante: l’integrity. Non divenia-
mo persone integre perché ci affi-
liamo al Rotary, entriamo a far parte
perché siamo persone integre.
Lo Statuto del Rotary International,
all’art. 4, definendo l’effettivo defi-
nisce lo standard del socio rota-
riano: “… adulti che: dimostrano
di avere buon carattere, integri-
tà e doti di leadership; godano
di buona reputazione nell’am-
bito della loro attività, profes-
sione, occupazione e/o comunità;
sono disposti a fare service nella loro
comunità e/o in tutto il mondo”.
L’etica rotariana, che si rifà non solo
al Four Way Test ma anche ai vari
codici etici succedutesi nel tempo, è
ben esplicitata nel Codice Deontolo-
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