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della serata fu rimesso
al sindaco un cospi-
cuo importo di dena-
ro a sostegno di opere
civili in città, siglando
così sin dal primo
atto ufficiale uno de-
gli scopi fondamentali
del Rotary, nel campo
del pubblico interesse
per la comunità.
L’anno dopo la sua
fondazione, il Club
patrocinò la costitu-
zione del Rotary Ve-
nezia (1925) e crebbe
rapidamente, fino a
ospitare nel 1930, a
coronamento di un
consistente sviluppo
dell’attività, il Con-
gresso nazionale.
Le relazioni fra le idee rotariane, ispirate a principi trans-
nazionali, interreligiosi e multietnici, e gli ideali del regime
fascista, si degradarono irrimediabilmente, fino a quando, nel
1938, il consiglio nazionale rotariano, riunitosi a Roma, deli-
berò lo scioglimento dell’allora unico Distretto italiano.
Il Rotary Trieste in quel momento contava cinquantasei
soci. In quell’occasione fu detto: “Il Rotary si scioglie, ma c’è
qualcosa che resta e che non si può sciogliere, ed è il legame di
amicizia, di stima, di rispetto che si è stabilito in questi quindici
anni fra i rotariani italiani, il sentimento comune che ci ha
affratellato” (Achille Bossi, segretario generale).
Il silenzio del Rotary italiano durò fino al 14 settembre 1946
quando, caduto il fascismo e finita la guerra, i rappresentanti
dei Club italiani si ricostituirono spontaneamente. Trieste,
ancora incerta sul suo futuro nazionale e politico, mancò il
primo appuntamento e vide i propri rotariani riunirsi nuo-
vamente in conviviale il 24 aprile 1947 con quindici soci alla
presenza dell’avvocato Achille Bossi, Governatore del rinato
46° Distretto italiano. L’anno dopo la sua ricostituzione, il
Rotary club Trieste patrocinò la nascita dei Club Udine e
Gorizia (1948).
Da allora, il Club non ha smesso di crescere, con i propri
uomini migliori impegnati in una pressante azione di pungolo
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