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ciana e anni dopo la Direzione della Cappella Sistina.
Sarto semina bene e raccoglie conseguente, tanto che Leone
XIII lo vuole alla guida della Basilica di San Marco.
Confermerà ancora una volta il suo talento. Nella radicale
Venezia riesce a favorire l’alleanza tra componente clericale
e moderata, tanto da far eleggere Filippo Grimani, ricordato
come “Il sindaco d’oro”, capace di rilanciare Venezia come
città d’arte e quindi turistica. Ma c’è anche altro. Lo storico
artigianato dei merletti buranelli è in crisi. Non solo avvia
una scuola con l’ultima merlettaia rimasta, ma invita parroci e
vescovi del nord est ad acquistare gli artistici merletti per gli
arredi sacri delle loro chiese, così da dare sostegno pratico a
questa arte secolare.
Leone XIII viene a mancare.
Giuseppe Sarto prende la via del conclave. Il suo nome risale
progressivamente le letture delle urne aperte. Sussurra sem-
pre più forte ai colleghi “insisto perché dimentichiate il mio
nome”. Non basta. Alla fine il Patriarca veneziano accetta un
destino oramai segnato da un percorso che aveva dato otti-
me prove in tutte le sfide che aveva affrontato, e vinto, nelle
diverse missioni pastorali.
Una sintesi degli undici anni al soglio di Pietro è quella dello
storico Roger Aubert. “Pio X è stato il più grande riformato-
re della vita interna della Chiesa dopo il Concilio di Trento,
conservatore ed innovatore al tempo stesso”.
La serata di don Paolo Barbisan ha così riacceso i riflettori
della curiosità su questo gigante del novecento, nato in terra
trevigiana, ma cittadino del mondo, le molte e belle storie che
la sua figura, il suo occhio buono e profondo, il sorriso discre-
to ci possono suggerire.
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