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Attualmente sta lavorando ad un progetto, italo – olandese
                                                (Padova e Leiden) con due gruppi di ricercatori prove-
                                                nienti da tutto il mondo e molto giovani, coordinati dalla
                                                Professoressa stessa.
                                                La Prof.ssa Bellin ha spiegato come, mediante l’induzione
                                                di cellule staminali umane e la loro riprogrammazione in
                                                cellule cardiache, sia possibile studiare i meccanismi mole-
                                                colari patologici che causano la morte cardiaca improvvisa.
                                                I suoi ultimi studi hanno portato alla produzione di cellule
                                                cardiache umane e agglomerati di cellule, chiamati “orga-
                                                noidi o “minicuori, sui quali sono riprodotte in laborato-
                                                rio, “in vivo”, le gravi turbe del ritmo cardiaco, causate da
                                                queste malattie genetiche.
                                                Questi studi potrebbero preludere alla sintesi di farmaci
                                                in grado di bloccare le gravi aritmie, causa di morte im-
                                                provvisa e a possibili trattamenti genetici. Inoltre, su questi
                                                stessi agglomerati di cellule cardiache, è stata documentata
                                                “in vivo” la cardiotossicità di alcuni farmaci utilizzati in
                                                terapia oncologica. La discussione, al termine della rela-
                                                zione della relatrice, è stata molto partecipata, con tante
                                                domande che hanno riguardato, soprattutto, la condizione
                                                della ricerca scientifica e medica in Italia e la capacità delle
                                                nostre strutture di attrarre giovani ricercatori sia italiani sia
                                                stranieri.
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