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di
        personaggi veneti                       Giancarlo Saran



        PIO X.



        Il Papa della porta accanto











                                                Giuseppe Sarto, passato alla storia come Pio X è stato il
                                                secondo papa di origini trevigiane. L’altro Benedetto XI, sul
                                                finire del XIII secolo. Per ricordare il centoventesimo anno
                                                della sua elezione si è svolta la Peregrinatio Corporis, ovvero il
                                                primo ritorno della salma nella sua terra natale, che ha visto
                                                coinvolti oltre sessantamila visitatori.
                                                Il tutto riassunto in una coinvolgente serata con testimone
                                                don Paolo Barbisan, curatore Triveneto dei Beni Culturali per
                                                conto della CEI.
                                                Giuseppe Sarto venne al mondo il 2 giugno 1835. Il ragazzi-
                                                no promette già bene alle elementari quando il suo maestro,
                                                Francesco Gecherle, preso da altri impegni, gli consegnava la
                                                bacchetta per tenere a bada l’esuberante combriccola di banco.
                                                Un percorso di studi tra ginnasio e liceo in cui, alla conta delle
                                                pagelle, risultava sempre il migliore.
                                                È tempo di guardarsi intorno, capire come realizzare i sogni
                                                che senti lievitare dentro di te. Lo aiuta il concittadino Jacopo
                                                Monico, Patriarca a Venezia, tanto da entrare poi in Seminario
                                                a Padova. Anche qui conferma il suo talento con il giudizio dei
                                                docenti “super ceteros eminent”: eccellente sopra tutti.
                                                Don Giuseppe è stato uno dei pochissimi Papi, l’unico del XX
                                                secolo, ad aver percorso tutto il “cursus honorum ecclesiastico”.
                                                Da cappellano a parroco, poi vescovo, cardinale e quindi Papa.
                                                Gli esordi a Tombolo, già allora capitale bovina, ricca di sedi
                                                di contrattazione, ovvero dieci osterie per poco più di duemila
                                                abitanti.
                                                Gente un po’ elastica sull’osservanza dei comandamenti, tanto
                                                che, al giovane cappellano, ogni tanto scappa qualche scapac-
                                                cione per far desistere i renitenti dalla blasfemia seriale. Dopo
                                                la messa mattutina, si dedica al catechismo, l’assistenza agli
                                                infermi, dà vita ad una schola cantorum. Talento eclettico. Si
                                                esercita nell’arte di predicare, a porte chiuse, davanti all’altare
                                                silenzioso. Conoscere i Vangeli è una cosa, seminarne il verbo
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