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d’oltremare. Il “serbatoio vivente” di vaccino approntato da
Balmis fu un gruppo di 22 bambini ospiti di un orfanotro-
fio di La Coruña, in Galizia, ufficialmente “scelti” perché
sani e abituati al clima marino, ma forse anche perché senza
“interlocutori” adulti essendo, appunto, privi dei genitori. La
direttrice dell’orfanotrofio, Isabel Cendal, accettò di unirsi
alla spedizione per accudire i bambini e a buona ragione
può essere considerata la prima infermiera della storia. La
corvetta Maria Pita, al comando di don Pedro del Barco,
tenente di fregata della armata reale, salpò dal porto di La
Coruña il 30 novembre del 1803 con a bordo, oltre ai 22
bambini “serbatoio” del vaccino, il dottor Balmis, comandan-
te e responsabile della spedizione, Isabel Cendal, la baby-
sitter-infermiera ed una decina di altri “sanitari” tra medici
ed aiutanti. Portava anche, e questo è merito della capacità
organizzativa di Balmis, 500 copie del “Trattato storico
e pratico della vaccinazione” di Moreau de Sarthe e altro
materiale informativo, da distribuire nelle principali città a
supporto della campagna vaccinale. Dopo una sosta nelle
isole Canarie ove due bambini, precedentemente “infettati”,
trasmisero il vaccino ad un centinaio di persone, la spedizio-
ne, proseguendo verso l’America, dopo una sosta in Porto
Rico, giunse in Venezuela nel marzo 1804. Dopo aver vac-
cinato 12.000 persone ed istituito diversi centri vaccinali, in
maggio la Real Expedición Filantrópica de la Vacuna , lasciò
il Venezuela dividendosi: una parte si diresse verso sud per
raggiungere il Perù, l’Ecuador ed il Cile, l’altra, la più con-
sistente, al comando di Balmis, si diresse verso Cuba ed il
Messico dove la campagna vaccinale si protrasse per diversi
mesi. Dopo aver approntato un nuovo gruppo di “serbatoio
vivente” di vaccino con 26 bambini messicani, raggiunte le
coste del Pacifico (evidentemente “via terra”), Balmis salpò
verso le Filippine ove giunse il 15 aprile 1805 e successiva-
mente raggiunse Macao, Canton in Cina, per poi far ritorno
in Europa, passando dall’ isola di Sant’Elena. Approdò in
Portogallo il 14 agosto del 1806 e da qui giunse in Spagna
dove, unico superstite (pare) della originaria spedizione,
il 7 settembre, presentò al suo re il rendiconto di questa
straordinaria impresa. L’inizio della campagna vaccinale
fu osteggiato con forza dagli indigeni, comprensibilmente
diffidenti avendo visto per secoli giungere con le navi mez-
zi di distruzione e di morte e, d’altra parte, essi ritenevano
assurdo “no tener viruela teniéndola” (non contrarre il vaiolo
contraendolo). Gradualmente, grazie ai primi buoni risultati,
la diffidenza lasciò il posto alla gratitudine ed alla colla-
borazione. La Real Expedición Filantrópica de la Vacuna,
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