Page 40 - Rotary Oggi luglio-agosto 2023
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cui si aggiunsero i massimi dirigenti di stato.
                                                   Il 28 marzo 1924 nacque il secondo club a Trieste, da
                                                       poco italiana, già porto della Mitteleuropa e crocevia
                                                         di culture. L’apertura internazionale dei primi pro-
                                                         motori fu confermata anche da uno dei fondatori
                                                         del club di Roma: Omero Ranelletti, presidente
                                                         dell’Associazione italo-americana.
                                                       L’appartenenza dei soci al mondo dell’aristocrazia in
                                                    quanto tale e a quello della grande industria e dell’alta
                                                finanza rendevano la nuova associazione molto solida dal
                                                punto di vista del prestigio, autonoma e meno intimorita di
                                                fronte alla forza progressiva del fascismo, mettendo contem-
                                                poraneamente i soci al riparo dai sospetti del Regime.
                                                Per rafforzare e dare prestigio ai club man mano che si for-
                                                mavano, vennero chiamati a farne parte i membri della casa
                                                Savoia, compreso il re Vittorio Emanuele III, nominato pre-
                                                sidente onorario. Mussolini aveva invece fatto cadere ogni
                                                proposta ricevuta. L’adesione individuale e volontaria collo-
                                                cava comunque i rotariani in una posizione “altra” rispetto
                                                al potere costituito; l’idea universalistica su cui si basava il
                                                sodalizio suscitò non solo sospetti politici, ma ostilità nella
                                                gerarchia ecclesiastica.
                                                L’istanza democratica e pluralista, insita nei caratteri costi-
                                                tutivi del Rotary, era insomma ab origine in contraddizione
                                                con il modello di società fascista, dove la libertà, anche di
                                                iniziativa economica, sarebbe stata progressivamente limita-
                                                ta e soppressa.
                                                Il “peccato originale” dei rotariani, agli occhi del fascismo,
                                                era di essere espressione di una classe plutocratica, di forti
                                                frequentazioni internazionali, antinazionale, longa manus
                                                del capitalismo internazionale e in combutta con lo stranie-
                                                ro.
                                                I soci del Rotary

                                                I soci italiani del Rotary International, pochi ma molto
                                                convinti, declinavano la loro appartenenza mostrando di
                                                apprezzare proprio l’apertura verso altri Paesi e la possibilità
                                                di scambio e confronto con i soci stranieri, con cui intessere
                                                amicizia e affari.
                                                Distante dalla loro mentalità, e dunque di difficile applica-
                                                zione, l’idea di servizio, service, tratto costitutivo dell’essere
                                                rotariani, basato sul civic work: in Italia le classi alte erano
                                                abituate a praticare al più carità e beneficenza.
                                                L’idea di servizio divenne in Italia servirsi del Rotary per
                                                confrontarsi con persone qualificate su temi di ordine gene-
                                                rale, in particolare quelli legati all’innovazione tecnologica
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