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creare un foro nel terreno di misura sufficiente a ospitare il
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                                                numero di piantine di ciascuna specie da piantare nelle diver-
                                                se aree di ogni zona.
                                                A ciascuna squadra è stato raccomandato che, per la piantu-
                                                mazione, si preferissero siti rilevati o in prossimità di ceppaie
                                                e tronchi a terra o massi; questo per assicurare condizioni più
                                                favorevoli all’affrancamento delle piantine. Si è anche sug-
                                                gerito di piantare all’interno delle macchie di lamponi per
                                                proteggere le piantine dai morsi degli ungulati.
                                                Nella prima giornata, con il lavoro febbrile ed appassionato





























                                                di circa 70 volontari rotariani, sono state poste a dimore quasi
                                                2.000 piantine. La mattina del giorno successivo, con una
                                                ventina di volontari, si è completato il lavoro, per un totale
                                                complessivo di 2.625 alberelli messi a dimora. Un’efficienza
                                                e un’efficacia di assoluto rilievo, di grande soddisfazione per
                                                tutto il nostro Distretto.
                                                La prossima primavera torneremo sul posto per posare la
                                                targa Rotary e per verificare le fasi di crescita, ma anche la
                                                percentuale di sopravvivenza, per intervenire, se necessario,
                                                con la messa a dimora di nuove piantine in sostituzione di
                                                quelle che non sono attecchite. Nella notte sul Campolongo è
                                                caduta la prima neve dell’autunno. Adesso, le piccole piante si
                                                adattano nel silenzio alla nuova condizione ambientale, assi-
                                                stite e vegliate da un maestoso abete bianco, centenario, unico
                                                superstite di tante devastazioni.
                                                Fra qualche anno, il vento dei monti passerà veloce fra le gio-
                                                vani fronde del Bosco e racconterà, a chi lo saprà ascoltare, le
                                                storie antiche della Natura con parole di amicizia e di fratel-
                                                lanza e di pace, soprattutto di Pace.
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