Page 42 - Rotary Oggi luglio-agosto 2023
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Sicilia, nell’ultima tragica fase del conflitto, con una
progressione temporale che seguì la stessa avanzata
anglo-americana.
Fin dal 18 maggio del 1944 il Rotary Club Messi-
na, primo tra i vecchi club Rotary, riprese a riunirsi
regolarmente, sotto la guida del Rettore della locale
università Gaetano Martino. Argomento principe
delle discussioni conviviali la ricostruzione di Messina, il cui
tessuto abitativo era stato distrutto al 90%.
Anche il club di Napoli ripartì dopo la liberazione ad opera
degli alleati, a guerra ancora in corso, con l’avallo delle auto-
rità alleate occupanti; primo incontro l’8 luglio 44, presso la
Banca Commerciale Italiana, alla presenza del commissario
regionale alleato, colonnello Chapman.
Seguì Firenze, il 17 ottobre 44, sempre con l’approvazione
del comando militare alleato.
I club avevano ripreso l’attività incuranti dell’autorizzazio-
ne formale del Rotary Centrale, a questa provvide motu
proprio nel 1946 Achille Bossi, sentita la volontà dei vec-
chi amici rotariani, in particolare milanesi, di ripartire. Si
recò direttamente negli Stati Uniti, presso gli uffici centrali,
trattenendosi con il presidente internazionale e ottenendo
l’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione
del Rotary in Italia.
Con la ripresa dell’attività, il Rotary contribuì al rilancio
economico e all’ammodernamento culturale del Paese, con
il suo pragmatismo, le colazioni di lavoro, la rete di rapporti
locali e internazionali e ancora una volta Milano si collocò
temporaneamente alla testa del movimento.
Nel 1955 quattro distretti
Nel 1955, grazie alla progressiva nascita di nuovi club in
tutta Italia l’unico distretto italiano fu suddiviso in 4, di-
ventati oggi 14. Molti i protagonisti del Rotary in 100 anni,
spesso costruttori anche della migliore storia italiana,
che ha creato sviluppo, solidarietà e socialità. Tra
questi certamente da ricordare il triestino trapian-
tato in Lombardia Sergio Mulisch de Palmemberg,
cui si deve l’avvio della campagna di vaccinazio-
ne contro la poliomielite. L’elitarismo certamente
rimane al fondo come una sorta di tratto genetico del
Rotary italiano, mentre la necessità di agire si mostra oggi
l’unica via possibile per dare attrattività ad un sodalizio con
una storia lunga, ma non sufficiente da sola a decretarne un
futuro altrettanto significativo. Tra queste due spinte si gioca
il ruolo del Rotary oggi.
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