Page 41 - Rotary Oggi maggio-giugno 2024
P. 41
che almeno una famiglia italiana su dieci abbia un compo-
nente con disabilità che ha bisogno di assistenza.
Persone con disabilità
Nel tempo la terminologia per definire queste persone si
è evoluta affinché il loro rispetto entrasse a pieno titolo
nel linguaggio comune, e in quello dei media, che tanta
influenza ha proprio per evitare quelle espressioni ger-
gali che ancora sopravvivono e sono discriminatorie. Un
tempo erano usati, e purtroppo accade ancor oggi, termini
spregiativi “ritardato”, “menomato”, “invalido”, “malato di
mente”, “handicappato”, per citarne alcuni, per passare al
più recente “diversamente abile”, che comunque indica
una condizione di diversità, d’inferiorità, che ancora è
largamente diffuso. Sono tutti termini da bandire dal lin-
guaggio, poiché partono dalla condizione e non dalla
persona. Già nel 2006 la convenzione ONU parla
dei diritti delle “persone con disabilità”, poiché la
disabilità è una condizione della persona ed è il
risultato dell’interazione tra persone con
persona portamentali e ambientali che
menomazioni e barriere com-
impediscono la loro piena ed
effettiva partecipazione alla
con disabilità società su base di uguaglian-
za con gli altri. La disabilità
altro non è che il rapporto
sfavorevole fra la persona e
le sue condizioni di salute con l’am-
biente che la circonda.
Il linguaggio usato nei confronti
di queste persone può innalzare o
abbattere i muri, escludere o in-
cludere, discriminare o integrare.
La discriminazione – Le
donne con disabilità
La storia della discrimina-
zione delle persone con
disabilità ci ricorda che
Aristotele sosteneva che le
persone sorde erano de-
stinate ad essere incapaci,
perché non potevano comprendere e rendersi partecipi alla
vita sociale. Nel secolo scorso il regime nazista eliminò o
sterilizzò centinaia di migliaia di persone con disabilità.
41 41