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condurre a idee e risultati migliori.
Lo sforzo da compiere è identificare il tipo di conflitto che
può nascere da scarsa comunicazione, da pregiudizi consci o
inconsci, da punti di vista, idee e opinioni divergenti.
Un caso di scuola
Ma molti conflitti lo sono davvero? Il caso di scuola
più tipico è la lite fra i due chef per l’uso dell’ultimo
limone rimasto in cucina. Chi lo usa? Entrambi ne
hanno bisogno. Ed ecco la ragione del conflitto.
Quello che i due chef non sanno è che uno ha bisogno
solo della scorza, l’altro del succo. Ciò che impedisce la riso-
luzione è la radicalità e l’ostinazione del proprio pensiero, la
chiusura al confronto, la mancanza di dialogo, il pregiudizio
nei confronti dell’interlocutore.
Come affrontarli?
Il primo approccio è la riduzione degli aspetti negativi per
usare quelli positivi e svilupparli.
Lo stile di comportamento è fondamentale per capire le fonti
del conflitto e stabilire degli obiettivi condivisi, valutando
tutte le opzioni possibili.

Saper gestire le proprie emozioni

Superare gli ostacoli significa gestire le proprie emozioni,
assumere comportamenti di ascolto, capire l’altrui prospet-
tiva, evitare atteggiamenti e parole aggressive, concentrarsi
sul problema e non sulla persona, pensare al futuro e non al
passato.
In questo caso il linguaggio del corpo adeguato, come gesti,
espressioni facciali, il tono della voce e la postura aiutano.
Il confronto deve essere portato sugli interessi di fondo,
sullo scopo generale condiviso, sul quale si esprimono le
diversità che hanno portato al conflitto.
Occorre avere sempre presente che il club non è il fine, ma
il mezzo.
Per i rotariani dovrebbe essere ancora più facile poiché sono
animati dallo spirito dell’amicizia e da quel principio di
tolleranza tante volte richiamato di Paul Harris.
Lo spirito dell’amicizia è una virtù dell’anima che esalta le
relazioni umane.

Comprendere il bisogno di cambiare

Una delle maggiori difficoltà che talvolta danno origine ai
conflitti sono i cambiamenti. Ed anche nel Rotary i cam-

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